Ma-ry-oh!: Una nottata di normale amministrazione nella camera del Faraone[Estratto random da quello che sarebbe dovuto essere un capitolo futuro]

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    Ma-ry-oh!: Una nottata di normale amministrazione nella camera del Faraone



    Un bel giorno, nel magico mondo degli Appunti, ritrovai questo pezzo, scritto completamente a caso, in teoria destinato ad un qualche capitolo di Ma-ry-oh!. Dato che è un pezzo scritto perché mi andava, non si collega ad un momento preciso di Ma-ry-oh! - e mi fa pensare che, in origine, la parte egizia dovesse essere molto più lunga di quanto non ho scritto nel post dei finali. Evviva.

    Scritto il: Non si sa. Il file conteneva svariate altre cose e non era segnata alcuna data, quindi boh. Probabilmente intorno al 2012/2013.
    Rating: Verde, ma facciamo Giallo che ci sono le parolacce e i doppi sensi stupidi (?).
    Genere: Boiata
    Personaggi: La bellissima Mary di Babilonia del casato dei Sue, Atem, Sorpresa sorpresona
    Nota: Alcuni punti potrebbero leggersi come Scandalshipping e/o Casteshipping. Interpretate come volete. (?)
    Link vari: Ma-ry-oh! su EFP, Sul finale di Ma-ry-oh!
    Commento random: Quanti caspita di avverbi e, soprattutto, gerundi usavo, all'epoca? Tutti che riescono a fare trenta cose contemporaneamente! *lol*

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    - Oh, è senz'altro stata la forza divina a condurmi in questo luogo! - comprese Mary, ben conscia della forza divina dei suoi piedi. Osservò la porta della stanza del Faraone, indecisa sul da farsi. L'altra unica volta che aveva osato avvicinarsi aveva...
    La aprì. Se fosse rimasta nel corridoio, qualcuno avrebbe potuto vederla e impedirle di incontrare il suo grande amore. Si richiuse la porta alle spalle, lentamente, senza fare alcun rumore.
    - Dove sarà il mio splendido amore? - si chiese la meravigliosa principessa, cercando con i brillanti occhi dai mille colori il suo amato in quella stanza avvolta nel buio. Guardò in direzione del letto, o almeno, guardò nella direzione dove le sembrava di ricordare ci fosse il letto, dato che non si vedeva niente.
    Improvvisamente, sentì un gemito.
    Trasalì, colta di sorpresa. Un raggio di luna, ricordatosi di esistere, illuminò debolmente il grande letto del giovane sovrano, su cui Mary riuscì ad individuare una figura: sembrava inginocchiata, la schiena dritta, le mani impegnate in qualcosa. La figura cadde all'indietro con un altro gemito, stavolta più rabbioso. Con un brivido, a Mary parve di udire uno strano sibilo irato, che poteva suonare come: - Oh, che fatica! - o come: - Porca di quella puttana, proprio oggi dovevo scordarmelo! -
    - Atemuccio uccio puccio cucciolo! - urlò la principessa, nella sua mente raggelata: quella voce non era affatto soave come quella del sublime sovrano di quella calda terra! - Chi sei? - gridò, raccogliendo tutto il suo coraggio e pronta ad affrontare quella persona così maleducata da infilarsi nelle camere altrui - cosa che lei, ovviamente, non avrebbe mai fatto. La splendida principessa Mary si pentì del suo gesto avventato quando il suo sguardo variopinto incontrò gli occhi chiari di quel mostro.
    Silenzio.
    - Cosa ci fa questo mostro nel letto di Atemuccio uccio puccio cucciolo? - fece la fanciulla, in un sussurro strozzato. Bakura, per tutta risposta, tornò a ciò che stava facendo, lasciando la principessa nell'angolino buio, ben visibile grazie ai meravigliosi fanali che aveva poco sopra l'elegante nasino. Fu così che Mary vide quel crudele mostro afferrare un piede dello splendido Faraone addormentato e sepolto tra le coperte, per poi tirare con forza. Dopo qualche secondo, il bandito cadde all'indietro.
    La fulgida principessa rabbrividì: - Che cosa...? - sussurrò, incapace di muoversi, incapace di aiutare il suo amato di fronte ad una tortura così grande.
    - Che cosa gli stai facendo, mostro? -
    Bakura la ignorò. O forse non l'aveva neppure sentita, troppo preso dal tornare a tirare il piede di Atem, ancora perso nella morbidezza del suo letto. La fulgida principessa si alterò: - C-che co-cosa g-gli st-stai fa-facendo, mo-mostro? - urlò a pieni polmoni, simulando con grande successo un grazioso balbettare spaventato.
    - Ma tu sei ancora qui? - fece Bakura, alzando appena un sopracciglio nel notarla appostata nell'angolino buio.
    - Sì! - esclamò lei, ritrovando il coraggio, pronta ad affrontare da sola quel mostruoso essere del deserto: - Non ti permetterò mai di- -
    - Che cosa sta succedendo in questa camera? -
    La porta si era aperta di colpo, sull'entrata era apparso il Sacerdote Seth.
    Dalla porta entrarono altri raggi lunari, che permisero finalmente una migliore visione dell'attuale scenografia: alla vostra destra, avete una bellissima principessa dai morbidi capelli biondi; davanti a voi, avete un bandito ancora intento a tirare un piede ad un profondamente addormentato Faraone; mentre alla vostra sinistra avete un pregiato esemplare di tinozza con le spine.
    L'espressione di Seth si fece più dura del solito, i glaciali occhi azzurri stretti in due fessure: - Tu. - sibilò, rivolto al bandito dai capelli bianchi.
    - Sì. - rispose lui, tranquillamente.
    - Ti sei introdotto in questo palazzo, in questa sacra camera... - sussurrò Seth, la collera malcelata ma abilmente contenuta: - Ti sei introdotto tra quelle lenzuola e ora osi toccare con le tue sporche mani la pelle del nostro divin- -
    Bakura cadde un momento all'indietro, preso com'era dal piede del sovrano e incurante delle parole del Sacerdote.
    - Gradirei essere ascoltato quando minaccio qualcuno. - disse Seth, lapidario.
    - Eh, non si può sempre avere tutto. - rispose il ladro, rimettendosi in ginocchio.
    - Perché stai torturando così il piede del mio amato? - s'intromise Mary, ricordando ai due la sua presenza.
    - Stai forse cercando di avvelenargli le unghie dei piedi così che ogni suo divino passo sia per lui una sofferenza? - quasi ringhiò il Sacerdote, facendo un passo avanti.
    - No. - fu la risposta dell'altro, improvvisamente stizzito: - Sto cercando di ucciderlo! -
    Silenzio.
    - Eh? - fu l'unica cosa che riuscì a dire Mary.
    - Ehi, a voi non capita mai di dimenticarvi un cazzo di coltello quando andate a compiere un omicidio? - ribattè Bakura, ora furioso: - Non ho oggetti taglienti con me, dovevo inventarmi qualcosa per ammazzarlo! -
    - E vorresti ucciderlo tirandogli il piede? - cercò di comprendere Seth, il volto impassibile nel suo materiale granitico. Mise le braccia conserte: - Non sarebbe stato più ovvio soffocarlo? - propose, tranquillamente.
    - Sacerdote! - boccheggiò Mary, con uno squittio, indietreggiando: "Per quanto la sua invidia nei confronti del nostro grande amore sia forte, per quanto mi desideri in maniera così violenta, per quanto per questo motivo odii così tanto il suo sovrano-"
    - Soffocarlo!? - tuonò Bakura, scattando in piedi, come se avesse ricevuto la più grave delle offese: - E tu vorresti uccidere qualcuno soffocandolo? No! - I suoi occhi si fecero improvvisamente bramosi: - No, in un omicidio ci vuole sangue! Tanto liquido scarlatto che sgorga dalla ferita mortale che io ho inferto! - Il suo volto tornò furibondo: - Come pretendi che ci sia una cascata di sangue soffocandolo? -
    - In termini di scenografia e di prevalenza del rosso, odio doverlo ammettere, ma mi trovo a concordare con il tuo punto di vista. - ammise dolorosamente Seth, a denti stretti.
    - Scusate... - chiese una voce nuova, ancora impastata dal sonno: - Io stavo dormendo, potreste discutere del mio omicidio a voce un po' più bassa, se non vi disturba? - chiese il giovane Faraone, le palpebre appena aperte e i capelli sconvolti.
    - Perdonateci, mio divino Faraone. - si scusò Seth, freddo: - Ma certe gente non conosce l'educazione. - Le ultime sillabe della frase del Sacerdote furono coperte da un improvviso trattenere il respiro.
    Istintivamente, Mary, Seth, Bakura e pure Atem, va', guardarono verso la porta, il luogo da cui avevano udito quel suono.
    Mahad era appena arrivato.
    - C-che c-cosa... - sussurrò, gli occhi completamente spalancati per l'incredulità e lo shock: - Che cosa ci fate... tutte queste persone nella divina camera del nostro divino sovrano? -
    - Va tutto bene, Mahad. - lo rassicurò Seth, con un tono così caldo da poter fungere da frigorifero naturale: - E' tutto sotto controllo. -
    - Perché la nostra ospite è qui? - fece Mahad, senza ascoltarlo: - Perché quel ladro è qui? Perché sono così vicini al nostro divino Faraone? Chi era di guardia, stanotte? -
    Silenzio.
    - Temo di avere equivocato. - ammise Seth, senza alcuna particolare inflessione nella voce: - Ero sicuro fosse il tuo turno. -
    Silenzio.
    - Mi stai dicendo che hai lasciato il Faraone da solo per ben dieci minuti e trentasei secondi!? - farfugliò Mahad, quasi sudando freddo, gli occhi ormai perfettamente rotondi.
    - Temo sia così. - annuì l'altro Sacerdote.
    Silenzio.
    Mahad esplose.
    - SIETE IN PUNIZIONE! - urlò, per quanto Mahad possa urlare: - Tutti e quattro dietro la lavagna! -
    - Lavagna? - chiese Mary, salvo accorgersi di una lavagna spuntata fuori da chissà dove e chissà quando in mezzo alla camera.
    - Andate a mettervi lì dietro, tutti! - ordinò, avvicinandosi a Bakura, afferrandolo per un braccio e trascinandolo dietro la lavagna. Incapaci di replicare e, soprattutto, spaventati da quello strano bastone improvvisamente apparso in una mano del Sacerdote, Seth e Mary obbedirono, e si posizionarono dietro la lavagna.
    - Anch'io? - chiese Atem, ancora insonnolito, che non aveva capito assolutamente nulla di quanto era appena successo.
    - Sì, mio divino Faraone. - rispose Mahad, con un profondo inchino: - Devo epurare questa zona e stare in piedi vi farà bene alla circolazione. - spiegò, profondamente dispiaciuto per l'inconveniente. Meccanicamente, il Faraone annuì e andò a mettersi dietro la lavagna, mentre Mahad provvedeva a dar fuoco alle lenzuola.
     
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